Trivignano Udinese, Borgo di Clauiano

Trivignano Udinese - Borgo di Clauiano Pieris e Claps



Il nome

Il toponimo è un prediale d´origine romana, indica cioè il possessore di un fondo, che poteva essere Claudius oppure Clavilius (da Clavius).
 
Da vedere

Benché penalizzato dalla strada provinciale che l´attraversa (ma è in programma la costruzione di una "bretella" per deviare il traffico su un´altra arteria) e da qualche "villetta" con atipica terrazza sorta intorno al nucleo storico, Clauiano mantiene nel suo insieme una precisa identità.
Il borgo non è stato contaminato da quella desolante anarchia costruttivistica del condominio e della fabbrichetta - povera di spirito e di memoria - che ha cancellato dal paesaggio agrario italiano tradizioni, cultura e bellezza. Qui no, perché a parlare sono ancora le pietre e i sassi, piéris e clàps, sono il decoro e l´ambizione dei portali, gli ambienti della vita contadina - il fogolâr, il foledôr, il granaio -, sono le molte e piccole tracce lasciate dalla storia: che qui non è quella delle grandi architetture e dei grandi eventi, ma è quella dettata dalle impellenti necessità della vita quotidiana. 
 
Gli edifici religiosi sono due. Poco fuori del borgo, appartata, sorge la chiesa di S. Marco, di origini trecentesche ma ampiamente rimaneggiata nel XVI sec. è composta da un´aula rettangolare con abside semicircolare e presenta tracce di affreschi della metà del XIV sec.: nella quiete della campagna affiorano Apostoli benedicenti, la Madonna in trono con il Bambino, simboli di evangelisti, un albero della vita - ingenue immagini devozionali di un mondo contadino che respirava nel rito il senso della comunità.
La chiesa di S. Giorgio nell´aspetto attuale risale al sec. XVIII ma l´origine è più antica. A pianta longitudinale, è composta di un´aula rettangolare e abside poligonale. Notevole il fonte battesimale cinquecentesco attribuito a Pietro da Carona.
 
Nel nucleo storico di Clauiano gli edifici più antichi risalgono al XV sec. e sono localizzati soprattutto intorno alla chiesa di S. Giorgio e in via Borgo S. Martino.
Più numerose sono le costruzioni dei sec. XVII e XVIII, la cui tipologia è essenzialmente quella della tipica casa friulana: il fronte principale sulla strada, uno splendido portale in pietra e la corte interna. Ogni casa ha la sua storia, che è bello conoscere visitandola.
 Casa Gardellini, del XV sec., considerata la più vecchia del borgo, conserva sulla facciata una decorazione bianca e rossa con motivi a losanga.
Villa Ariis rappresenta un tipico complesso padronale di ambito veneto-friulano del sec. XVIII, composto dall´abitazione, dai rustici annessi e da un grande orto cintato da una muraglia merlata con due colonne in pietra. La facciata presenta un portale in pietra sormontato da una bifora e, sopra, il Leone di S. Marco. Le due patere in pietra, ai lati del primo piano, sono forse il ricordo di antiche libagioni alla divinità.
 
Il complesso degli edifici che formano casa Palladino si colloca all´interno di una tipica corte friulana del sec. XVIII che conserva integre le caratteristiche originarie. L´impianto ha forma di Z su due corti, su cui si affacciano abitazioni, rustici e la casa padronale. Gli elementi decorativi di pregio sono il tipico focolare con cappa e camino dalle forme venete, il colonnato della loggia, la meridiana sulla facciata principale, la colonna in pietra che sorregge il portico davanti alla stalla, le vasche in pietra dell´acquaio e nelle corti, i caminetti del granaio con cui si riscaldavano gli ambienti dove erano allevati i bachi da seta.
La vicina casa Bellotto è del 1791 e presenta una facciata con muratura a vista e portale centrale ad arco con conci in pietra. Il complesso padronale Bosco è stato trasformato nelle forme attuali nel sec. XVIII; la facciata dei fabbricati rustici, su fonte strada, riporta scritte e decorazioni geometriche del sec. XVI. 
Casa Foffani è un palazzotto urbano dell´800 con gli stucchi settecenteschi dei soffitti. I fabbricati rustici erano utilizzati nel ´700 per la produzione e la conservazione del vino (cosa che avviene ancora oggi), del tabacco, delle granaglie e per l´allevamento del baco da seta. 
 
Villa Manin è una pregevole dimora nobiliare settecentesca della pianura friulana. Appartenuta a uno dei più importanti casati della Serenissima, conosciuto anche per la maestosa villa di Passariano, era un grande centro  produttivo, come rivelano i fabbricati che dovevano servire all´attività agricola, tra i quali il foledôr, l´enorme tinaia a lato dell´abitazione padronale. La villa, di forme classiche, è preceduta dalla corte d´onore.
Qui come altrove - casa Menotti, casa de Checo, casa Marcuzzi Zanuttini, casa Zof Piano - gli splendidi portali e le finestre riquadrate in pietra confermano la dignità del luogo e delle persone.
 
Il prodotto

Miele prodotto con sistemi tradizionali, farro e prodotti ortofrutticoli biologici, farine integrali e biologiche dell´antico Molino Moras.
Questo è il posto giusto per andare per cantine, dove si possono bere vini bianchi e rossi con il marchio Doc "Friuli Aquileia".
 
Il piatto

Musetto e brovada, ossia il cotechino servito con le rape bianche lasciate fermentare nella vinaccia.
Dopo circa due mesi le rape assumono un colore roseo e sono pronte per essere grattugiate e cucinate in un soffritto di lardo e cipolla.
Il cotechino va lessato a parte e, a fine cottura, tagliato a fette sulla brovada.
 
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